Probabilmente, alla fine di tutte le paranoie c'è solo una sedia.
Una sedia vuota, con tre gambe
e dei petali di pesco sparsi.
Una sedia con vista
di vetro
mura tutte intorno
trasparenti
Da cui osservare il mondo senza essere visti.
Muti, ma con gli occhi spalancati e le orecchie tese ad ascoltare.
Le parole non dette, i loop mentali, la stanchezza di essere al mondo, di provare con forza a dare un senso a ogni cosa.
La verità non esiste, diceva Luigi, eppure nel nostro dark la cerchiamo prepotentemente, come se dare un senso fosse l’unico motore dell’esistenza.
Probabilmente, alla fine di ogni paranoia, c'è una prigione
di quattro mura trasparenti
con su scritte tutte
le parole che non riusciamo a dire.
— Tagliatele la testa! urlò la Regina con quanta voce aveva. Ma nessuno si mosse.
Alice Nel Paese delle Meraviglie, Lewis Carroll
La testa da prendere a morsi, strappare e lanciare in un fiume calmo con un percorso lungo, infinito,
sentire solo il rumore bianco dell’acqua che scorre.
‘ché deve trovare lo Stop, ‘ché va avanti e indietro da anni e non risolve, ma
danneggia,
groviglia,
ingarbuglia ma non esplode.
— Chi si cura di te? — disse Alice, (allora era cresciuta fino alla sua statura naturale.);
— Tu non sei che la Regina d’un mazzo di carte.
Probabilmente, alla fine di
ogni paranoia,
c'è una testa staccata
che è scappata dal porto,
che parla e nessuno la sente.
Le aspettative alla radice di tutti gli infarti. Catene di vorrei che ti immobilizzano.
Non respiro.
E se alla fine, avessimo ottenuto tutto ciò che abbiamo sempre voluto ma non sapevamo di volere?
Se alla radice di tutti gli infarti, poi, ci fosse solo una sedia vuota, con petali di pesco, e una testa staccata?
Probabilmente,
quando ce ne renderemo conto
avremo già creato il nostro film
loro e noi i performanti, protagonisti, antagonisti, caratteristi ma pur sempre scritti
da noi, autori senza penna né verso
mentre seduti in regia su quella stessa sedia vuota,
accarezziamo la scenografia di vetro
la macchina da presa rallenta
le luci si abbassano
e sullo schermo appare
— Oh! ho avuto un sogno così curioso! — disse Alice.

Reiwa
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